Le azioni statunitensi prezzano il rischio di recessione più di altri asset, dice Citi
I titoli azionari statunitensi hanno prezzato il rischio di recessione in misura maggiore rispetto ad altri asset, hanno detto i ricercatori di Citigroup, avvertendo che ciò non è sufficiente in quanto si profilano ulteriori perdite sulla scia di un periodo «insolito» per le economie.
L’indice di riferimento S&P 500 (.SPX) è saldamente in un mercato orso, con un calo di circa il 22% da un anno all’altro, in quanto gli investitori, preoccupati per l’aumento dei tassi di interesse, l’inflazione record e l’impatto persistente delle difficoltà della catena di approvvigionamento globale, sono diventati avversi al rischio.
«Nessuna classe di attività sta valutando eccessivamente il rischio di recessione. Ma in termini relativi, i titoli azionari statunitensi sono quelli che prezzano maggiormente il rischio di recessione», ha dichiarato un team di Citigroup guidato da Alex Saunders in una nota di martedì, aggiungendo che le stime degli utili devono ancora essere corrette.
Secondo i dati di Refinitiv, gli analisti si aspettano una crescita degli utili trimestrali delle società dello S&P 500 di appena il 2,8% rispetto a un anno fa, molto più bassa rispetto all’aumento dell’11,1% previsto all’inizio di luglio.
Tuttavia, alcuni indicatori del mercato azionario statunitense che hanno lanciato avvertimenti per tutto l’anno a venire sono più positivi, mentre il recente modello di grandi rialzi dell’S&P 500 riecheggia quelli visti nei precedenti bottom di mercato.
Citigroup ha dichiarato all’inizio del mese di prevedere un aumento delle azioni globali di circa il 18% da qui alla fine del 2023.
Secondo la banca di Wall Street, le obbligazioni statunitensi hanno valutato il rischio minore di recessione.
«Questa volta le obbligazioni potrebbero dover aspettare più a lungo per prezzare il rischio di recessione, dato che la Fed rimarrà falco più a lungo del solito», ha scritto il team.
Secondo Citigroup, i settori industriali e finanziari non stanno valutando a sufficienza il rischio di recessione, mentre il settore dei consumi discrezionali è quello che presenta il rischio minore.